Omacetaxina per via sottocutanea dopo fallimento di un inibitore tirosin-chinasico nei pazienti con leucemia mieloide cronica in fase cronica
I pazienti con leucemia mieloide cronica con mutazione BCR-ABL T315I non traggono benefico dalla terapia attualmente approvata con inibitori tirosin-chinasici ( inibitori TKI ).
Omacetaxina mepesuccinato è un inibitore della sintesi proteica che ha mostrato attività in cellule con mutazione T315I.
Uno studio di fase 2 ha valutato l’efficacia di Omacetaxina in pazienti con leucemia mieloide cronica T315I e fallimento del trattamento con inibitore tirosin-chinasico.
I pazienti sono stati sottoposti a somministrazione sottocutanea di Omacetaxina 1.25 mg/m2 2 volte al giorno, nei giorni 1-14, ogni 28 giorni fino alla risposta ematologica o fino a un massimo di 6 cicli, e in seguito nei giorni 1-7 ogni 28 giorni come terapia di mantenimento.
Sono stati riportati i risultati ottenuti in pazienti trattati nella fase cronica.
I pazienti ( n=62 ) hanno ricevuto una mediana di 7 cicli.
La risposta ematologica completa è stata raggiunta in 48 pazienti ( 77% ); la durata mediana della risposta è stata di 9.1 mesi.
In totale, 14 pazienti ( 23% ) hanno raggiunto la risposta citogenetica maggiore, inclusa la risposta citogenetica completa in 10 ( 16% ) casi.
La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata pari a 7.7 mesi.
Le tossicità ematologiche di grado 3/4 hanno incluso trombocitopenia ( 76% ), neutropenia ( 44% ), e anemia ( 39% ), e sono risultate tipicamente gestibili con una riduzione della dose.
Gli eventi avversi non-ematologici sono stati in genere di grado 1/2 e hanno incluso infezioni ( 42% ), diarrea ( 40% ) e nausea ( 34% ).
In conclusione, Omacetaxina rappresenta un trattamento sicuro ed efficace per i pazienti con leucemia mieloide cronica con mutazione T315I. ( Xagena2012 )
Cortes J et al, Blood 2012; 120: 257325-80
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